Homini et madonne, in una calda notte d’estate avrò il piacere di narrarvi qualcosa di me che non avete ancora inteso né conosciuto, voglio svestirmi dei miei abiti ufficiali e farvi entrare nella mia vita per guardarla con i miei occhi. E se poi qualcosa nelle mie azioni o nelle mie emozioni non vi sarà piaciuto, vi prego di non giudicarmi perché io, Giovanni della Rovere, non so ancora dire se nel mio passaggio terreno fui più temuto o più amato, se la mia vita fu veramente quella che meritai di vivere.

In occasione della 61° Rievocazione Storica “Caccia al Cinghiale” il Duca Giovanni della Rovere in persona ci porterà dentro la sua vita, partendo dalle sue origini liguri e dai giochi di bambino nella sua Savona, per arrivare all’apice della sua fama, quando, già prefetto della Chiesa di Roma, sposò Giovanna da Montefeltro, figlia del Duca Federico di Urbino e divenne Signore di Senigallia e del Vicariato di Mondavio ed in seguito Duca di Sora ed Arce.

Quanto egli stesso fu artefice dei suoi successi e padrone della propria vita lo scopriremo dalle sue parole. Per ora lo ricordiamo come lo ricorda Frate Grazia di Francia nella sua biografia: “Uomo dai gusti moderati, saggio nei consigli e giusto nell’amministrazione, devoto praticante”.